mercoledì 5 dicembre 2012

Il vento e il deserto




Mi piace pensare di essere un vento che nessun pugno può chiudere, afferrare o intrappolare. Eppure posso accarezzare, scompigliare i capelli, sollevare, abbracciare in un turbine, penetrare corpo e anima.
Mi piace pensare di poter stare con qualcuno che non può essere afferrato e rinchiuso come il vento, e penso al deserto che con la sua sabbia scivola via ed immenso non entra in una scatola.
Mi piace pensare che il vento e il deserto non si posseggano e contengano mai l’un l’altro, ma sempre si toccano all’orizzonte. Il deserto non sarà mai geloso dei profumi esotici che porterà il vento, ma gioirà del regalo e della conoscenza che mai avrebbe potuto afferrare solo. Il vento non sarà mai geloso di sentire la sabbia calda baciata dal sole in sua assenza, ma gioirà del tepore e del brillio che mai avrebbe potuto sentire solo.
Possa il vento sollevare la sabbia e abbracciarla con il suo impeto, possa la sabbia riempire il vento e colorare l’aria con i suoi granelli, possa l’amore vivere senza possesso e gelosia e toccarsi sempre all’orizzonte, per incontrarsi ancora e ancora, sempre nuovi e trasformati, e liberi.

Martina

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