mercoledì 31 ottobre 2012

Vademecum: 7 - Fuori e intorno della milonga:


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I festival orami sono eventi che propongono attività continuate o parallele che permettono di avere ottimi momenti di socializzazione o di ballo informale come contorno al piatto forte delle serate. Se alla notte vi sentite troppo spaesate, o siete demoralizzate di non essere riuscite a ballare quanto e come volevate e avete il desiderio di avere vicino persone più familiari e amiche (altrimenti vi consiglio caldamente di riposare e vivere al meglio l’intensità della milonga serale), approfittate di una milonga pomeridiana, affacciatevi anche solo per poco, anche senza l’intenzione di ballare o ballare molto, e rimanete aperte alla possibilità di fare due chiacchiere e conoscere qualcuno. Ugualmente se ci sono eventi organizzati per coinvolgere i tangueri in attività differenti dal ballo, provateli. Se potete alloggiate negli hotel consigliati dall’organizzazione o nei pressi dei luoghi del festival, così incontrerete a colazione altri amici o troverete qualcuno alla sera con cui andare insieme alla milonga. Il tango è una rete di persone che vi accoglierà sempre, da sole o in gruppo vi sentirete sempre a casa, soprattutto in eventi come questi.
Ricordate che in alcuni casi gli after-party potrebbero essere meglio delle serate ufficiali, con la selezione dei migliori ballerini e la possibilità di ballare tanto e bene dopo una serata deludente, provate.

lunedì 29 ottobre 2012

Proposte nella giungla



Oggi voglio tornare a parlare della “giungla delle proposte” e dare qualche indicazione più concreta su quali sono le “proposte della giungla”.
Tra le tecniche di movimento più popolari possiamo distinguere:
1-    il movimento parte dai piedi: penso a posizionare i piedi nello spazio e lascio che il corpo segua, il peso è distribuito ugualmente su entrambe gli appoggi e cade nel centro, ho sempre tutti e due i piedi a terra – grande stabilità, idea di sostegno più che di spinta. (spesso in associazione con la struttura del quadrato)
2-     il movimento è una spirale che scende lungo tutto il torso e alla fine arriva ai piedi,  il peso è su un piede per volta che si avvita a terra e appoggia all’ultimo in modo da incontrare l’esatto sito in cui l’uomo vuole portare la donna, in una maniera che allo stesso tempo è ben salda ma anche dinamica e leggera – lo spostamento dell’asse è sempre tutto insieme e contemporaneo all’appoggio. (spesso in associazione con la struttura del cerchio)
3-    la direzione è data dal bacino: la connessione e l’intenzione partono da una corrispondenza tra il bacino dell’uomo e della donna, il movimento è sempre a chiudere e a far rientrare, la struttura del movimento a terra è circolare, l’uomo intorno alla donna e/o la donna intorno all’uomo,  il pivot della donna è sempre inteso al suo massimo, l’uomo semplicemente lo interrompe e la donna quasi rimbalza rientrando nella direzione del bacino dell’uomo , la dissociazione per piccoli movimenti è meno profonda perché aiutata dalla circolarità. Questo permette di sfruttare dinamiche più profonde con minor sforzo.
4-    il quadrato: l’uomo costruisce il suo ballo pensando in linea e ad un quadrato attorno alla donna, la connessione è prevalentemente petto-petto mentre più spesso il bacino della donna è fuori dalla linea dell’uomo, la dissociazione è estrema anche per piccoli pivot, l’uomo controlla esattamente quanto vuole che il bacino della donna ruoti ogni volta.
5-    L’appoggio del piede è prima punta e poi tacco, per altri è prima tacco e poi punta, per quasi tutti l’idea è di avanzare con tutto l’asse e non lasciarsi portare dai piedi anche se per una questione di scelta estetica si può usare la punta. C’è anche chi semplicemente propone l’appoggio il più possibile contemporaneo di tutto il piede, soprattutto per la donna con il problema dei tacchi, pur articolando il più possibile la camminata in ogni parte. Per quasi tutte le donne il tacco a terra si appoggia eccome! Aiuta la stabilità.
6-    Elastico, circolarità dell’energia e morbidità nel movimento influenzano il modo di usare le braccia e gli spazi, un immenso capitolo nell’ambito delle ultime proposte in cui l’abbraccio è inteso come fortissima connessione energetica che permette una pulsazione e un ricongiungimento della coppia anche a distanza.
Molti di questi approcci possono essere anche a volte più o meno consapevolmente mischiati, e sicuramente ne esistono molti altri, o di molto simili ma intesi in modi differenti da come li ho qui io elencati. Si tratta di una guida schematica e riduttiva per poter parlare in realtà di questo: sia se intendiamo il movimento dai piedi o dalla spirale che scende verso il basso,  l’azione sempre si incontra nel centro se tutto è ben connesso durante il tragitto!! Cambia la focalizzazione, ma se ci occupiamo di curare bene le interconnesioni e le cascate di movimento, tutto risulta sempre armonico, coeso e centrale, e possiamo addirittura permetterci di scegliere e/o oscillare da un approccio all’altro.
La nostra attenzione sempre deve essere indirizzata alla sperimentazione affinchè stimoli diversi possano permetterci di aumentare la nostra consapevolezza, la coscienza del nostro corpo e della nostra energia. Sicuramente ci può capitare di ritrovarci in momenti di conflitto e confusione!! Andare in confusione è normale e non è sintomo di catastrofe imminente, l'aumento di consapevolezza e la presa di coscienza passano per lo smarrimento perché implicano l’ apertura verso nuove visioni mentali. Se non ci ritroviamo in un limbo dove non sappiamo più chi siamo, non possiamo creare e scegliere un nuovo sentiero!!!
Al termine di una classe non dobbiamo per forza portare a casa un passo, una struttura o un metodo, ma una maggiore coscienza, e se questo passa da un movimento circolare o quadrato poco importa, attraverso un aumento di consapevolezza del nostro corpo e della nostra energia troviamo il nostro stile personale e la nostra via, possiamo creare noi!.. Creare come processo finale di una coscienza conquistata e non come presunzione senza profonda conoscenza!
Quindi lasciamoci anche smontare da approcci differenti con la fiducia che ci porteranno maggiori strumenti, e che li potremo riorganizzare successivamente in un nostro modo creativo e personale. I conflitti si scioglieranno in un nostro modo di muoverci assolutamente autentico e unico, e la linea e il cerchio magari si conciglieranno o l'uno prevarrà sul l'altro naturalmente, poiché l'autentico creerà da dentro!

mercoledì 24 ottobre 2012

Il codice di pista



In molti mi hanno chiesto di parlare del comportamento in pista, della necessità di rispettare un “codigo” e di come questo non avvenga. Viaggiando per festival e non, continuamente mi sono trovata di fronte a situazioni di difficile gestione, a piste piene e confuse, a taccate date e ricevute!
Certo, ci sono delle regole fondamentali di comportamento che sarebbe bene le scuole dotassero i principianti, se non altro per dare degli strumenti di sopravvivenza alla circolazione, niente affatto banale, che si trova in pista e un senso di rispetto per questo spazio che va condiviso. Regole base, ad esempio, possono essere: niente passo indietro dell’uomo a pista piena, niente gomiti rigidi puntati in alto, niente volei alti per la donna e piedi sempre a terra, nessun cambio di direzione improvviso dal centro all’esterno, nessun sorpasso azzardato, distanza di sicurezza, guardare bene prima di entrare nella ronda, e se bisogna passare senza ballare, sempre a bordo pista con pazienza e attenzione.
Allo stesso tempo, però, mi piacerebbe affrontare questo argomento da un'altra ottica, non quella della regola, ma quella della connessione con gli altri.
In realtà non abbiamo bisogno di codici scritti ed etichette comprate per condividere uno spazio, se siamo capaci di sentire quello che accade attorno a noi. Come sempre dobbiamo partire dalla nostra personale presenza, dalla consapevolezza di noi stessi. Da questa prospettiva gli atri sono una “manifestazione nel nostro spazio” e quindi una parte di noi stessi. Sentirli e stare in connessione diventa qualcosa di naturale.
Quando partecipiamo alla formazione di un campo comune di energia con le altre persone, si crea come un’ entità nuova, l’anima della milonga, e il piacere di sentirsi parte di qualcosa di più grande ci ricorda il senso di unione e universalità che sempre ci attraversa tutti. Se non possiamo permetterci di stare con queste sensazioni e partecipare a questa coscienza comune, qualunque regola sarà infranta o sarà vuota e pura forma di potere di un gruppo o di una istituzione. Recuperare il senso profondo dello stare insieme trasforma non solo la pista ma la società intera, proviamo a pensare questo e iniziamo per primi a tenere questa idea ed energia con noi, così da diffonderla automaticamente anche intorno a noi, senza giudizi e attribuzioni di penalità!!!!

domenica 21 ottobre 2012

Alas de tango: 5° Mallorca Tango Festival


http://www.youtube.com/watch?v=56P32N-VSXY


Sette di sera,nuvoloso giovedì all'imbrunire. Decido di incamminarmi per una passeggiataall'aria tiepida dell'isola. La piscina di acqua trasparente è priva dibagnanti e la gente seduta ai tavoli chiacchiera beatamente immobile allabrezza della sera. Oltrepasso tutti e giro a sinistra, la musica di tango cheesce dalle salette in cui si fa lezione mi accompagna. Lascio l'hotel e inizioa camminare lungo la discesa, giù per le scalette, oltre la chiesa, lungo lapasseggiata tra le caffetterie e i piccoli market. Sempre meno chiara la sera epiù ocra per le prime luci gialle del piccolo centro. Ancora a sinistra per lastrada pedonale e poi la meraviglia. Oltre un piccolo sotto passo tra glihotel, uno stabilimento chiuso e la spiaggia.. Una baia di sabbia morbidacosparsa di castelli del pomeriggio, e il mare basso e spumeggiante adaccogliermi. L'aria profumata mi muove appena i capelli, il cielo ormai nero esenza stelle lascia emergere la spuma bianca dalle onde della risacca. Con ipiedi nella sabbia fredda respiro il sale e la forza selvaggia della natura,gli occhi si aprono quasi a vedere tutto intorno a me il mare che mi bagnaritmicamente le caviglie e le ali dal cuore improvvisamente si aprono sulla miaschiena. Ampie, 4 metri di apertura, luminose, dirigono il ritmo della risaccae non so più quale forza chiama e influenza l'altra, con le onde che sembranocrescere allo stendersi delle mie ali... Ali per abbracciare, per accompagnarela musica, per sentire il vento mentre giriamo veloci, per spingere i nostripiedi a terra più forti, per creare spazio intorno a noi, per tenere alto il nostro spirito mentre siamo tra la gente e con la gente, per essere felici.
Nello splendidosalone del festival, ballando con bravi ballerini e sentendo i loro cuori,guardando performance di livello e ispirazione, ho trovato le mie ali. Leabbiamo tutti, possiamo sentirle  pizzicarci la schiena desiderose didispiegarsi e crescere, lasciamo che si aprano nel nostro tango e nella nostravita perché "la vita è meravigliosa" come dice Frank Capra nel suofilm.

mercoledì 17 ottobre 2012

Vademecum: 6 - Conforto, supporto e influenze negative:




Nel corso di una serata, come vi sarete accorte dai punti precedenti, e soprattutto se siamo alle prime esperienze e quindi conosciamo poche persone, le situazioni a cui saremo esposte e la presenza che ci viene richiesta è spesso molto forte e molto stancante.
In molti momenti potremmo sentirci scoraggiate o frustrate, o anche semplicemente doloranti e assonnate, stufe o irritate. Può succedere, e poichè nessuna bravura, giovinezza, bellezza o fascino personale ci protegge da questi momenti, in questo il tango è molto egualitario!
In casi di emergenza prendetevi degli spazi vostri, staccate, coccolatevi (io mi porto sempre una maglia lunga o uno scialle per avvolgermi tutta, tipo copertina di linus, quando ne ho bisogno), e siate disponibili anche a farvi aiutare magari da una amica o collega vicina che magari sta provando la vostra stessa stanchezza in quel momento. Come dice il detto, l’unione fa la forza, non siamo sempre tutte in competizione in milonga, c’è un potenziale di alleanza femminile molto forte se scopriamo che la situazione che stiamo vivendo in realtà ci accomuna molto più di quanto ci divida! L’importante è saper distinguere un’ alleanza positiva da un’ influenza negativa. Mi spiego meglio: rimanere accozzate vicine tra amiche parlando tra voi, vi isola anche, le persone intorno vi troveranno interessate a fare altro e penseranno che non avete voglia di ballare. Oppure subire l’influenza di un’ amica che vi tiene vicina per farsi forza quasi in modo un po’ manipolatorio, non vi renderà energeticamente libere all’incontro con altre persone. Ancora, spalleggiarsi a vicenda in senso critico rispetto alla situazione, lamentandovi a vicenda della cattiva onda della serata, aumenterà la forza energetica di questa vostra realtà piuttosto che confortarvi e permettervi di aprirvi di nuovo per trasformarla. Se dovete condividere, prendete la situazione con ironia, prendetevi in giro per essere diventate un oggetto di arredo della sala, scherzate sulla situazione, guardate il lato comico della vostra posizione e condividete una bella risata, sincera. Cambierete immediatamente l’energia intorno a voi, attirerete involontariamente l’interesse positivo di altre persone e magari vi ritroverete al centro di un nuovo gruppo e di una nuova situazione, la vostra allegria , contagerà le persone e queste vorranno condividerla.