mercoledì 22 agosto 2012

Dietro la tecnica: guida alla giungla delle proposte e scelta della propria linea



Oggi voglio aprire un' altra grande tematica, e così, in attesa di ulteriori punti al vademecum per ballerine presenti, beccatevi questo...

Quante volte siamo andati ad una lezione di tango, gruppale o privata che sia, e ci siamo trovate a dover fare i conti con una miriade di informazioni in conflitto con il lavoro fatto in una classe, magari appena conclusa, con un’altra coppia di insegnanti?  A me è successo continuamente, e nei miei tre mesi di soggiorno a Buenos Aires, ho avuto attimi in cui mi sono sentita alternativamente, pinocchio nel paese dei balocchi o una pecorella smarrita senza ovile a cui ritornare!
L’unico modo che mi ha aiutato a portare avanti una formazione costruttiva è stato cercare una risposta interna ad alcune “domande fondamentali”, e successivamente, le proposte che mi sono arrivate, le ho assorbite e filtrate a partire dalla mia prospettiva. Così facendo ho trovato affinità e un senso comune anche tra approcci agli antipodi ( più o meno…) e sono riuscita a fare miei (o almeno spero!!) anche i mondi che meno mi sembravano appartenere. Ho cercato di costruirmi una mia autenticità che mi permettesse di guidarmi e allo stesso tempo ho scelto di non chiudermi e continuare a mettermi in discussione: una mente aperta è una risorsa irrinunciabile!
Trovare la propria strada, è un fatto molto personale, così come non esistono risposte uniche, giuste o sbagliate alle “domande fondamentali”: cosa voglio sia oggetto del mio studio? cos’è la “tecnica”? Cos’è la tecnica nel tango? …. E per definirne la tecnica, cosa diavolo è questo tango?? O mio dio, che domande impegnative, sono sicura di voler entrare in questo territorio tante volte battuto e molto scivoloso??
Ebbene si, è inevitabile, ci dobbiamo passare tutti, rispondere è come redigere il manifesto di una corrente letteraria, o forse è solo dare spiegazioni alla nostra vicina di casa, che non  capisce che diavolo di musica ascoltiamo e a che diavolo di ora rientriamo la sera, con quella strana aria elegante e retrò, tutte sfatte, e quelle scarpe di ricambio nel sacchetto, nemmeno avessimo paura di bagnarci i piedi!

Io ho elaborato un mio mondo e un mio modo, più che costruirlo con il pensiero l’ho sentito e l’ho vissuto, e mi funziona. Così quello che voglio condividere con voi è la mia personale guida, e anche se non sono famosa, anche se tra quei pochi che mi conoscono a molti potrei non piacere particolarmente per come ballo o per quello che faccio, o per come sono, con questo mio approccio sono felice, non sono confusa, ho una mia identità e ho in mano un sistema che mi permette di  continuare ad evolvere senza essere chiusa e cristallizzata, e allo stesso tempo non sono nemmeno una indecisa cronica, pronta a dare ragione a tutti. Se vi interessa, proverò a d addentrarmi in questo territorio un po’ alla volta nei prossimi post, e.... “io speriamo che me la cavo”! 






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