lunedì 20 agosto 2012

Caldaro, stage Federico y Catherine agosto 2012



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Pensando a Buenos Aires… ma che c’entra???


Prima sera sul lungo lago di Caldaro (piccola località vicino Bolzano), terzo anno consecutivo che di questi tempi mi trovo qui per una settimana di tango intensivo. Siamo un gruppo di “affliliati” di Federico Rodriguez Moreno e Catherine Berbessou, capitanati da Franz e Tullia, ci conosciamo tutti, tutti appassionati del loro insegnamento e della stessa idea e filosofia di tango, ci ritroviamo ogni anno, per salutarci e ballare insieme in occasione degli stage.
Il lungo lago di caldaro è un buco, caldo, poche case, anzi solo alberghi e ristornati, e poche luci, ma quanto è bello questo posto! I celi stellati qui ci sono, c’è persino la via lattea, e ci sono i prati, i frutteti e le vigne, e poi alte e maestose le montagne, immobili nei secoli, verdeggianti e che parlano con la voce del vento, dei grilli, degli uccellini del mattino.
Sopno arrivata in milonga e ho visto solo tanti amici, miei e non, ma amici. Il caldo asfissiante era una opportunità per prendere fuori il fresco della sera e guardare il cielo con in sottofondo un Canaro o un Di Sarli che suonano, una tanda persa era una occasione per salutare un amico e ridere con lui senza motivo e una tanda ballata era solo un ballo, senza pensieri, un momento dedicato a stare insieme.
Tornando a casa mi sono guardata e ho pensato a quanto ero diversa un anno dopo, stesso posto, stessa gente, stessa musica, ma era tutto nuovo dentro di me! E ho pensato a Buenos Aires, che con la sua aria densa della milonga, mi ha regalato la terra del sud america nelle gambe e nelle viscere, che con le serate passate seduta o triste perché era tutto storto, mi stava dicendo che in realtà il bello di andare in milonga non è ballare, ma è stare insieme, sentire la gente intorno a te, dimenticarsi di ballare per ricordarsi della musica, dimenticarsi della gente per ricordarsi della coppia, dimenticarsi della sedia per ricordarsi di essere, li , in quel momento, con quella gente, con quella musica e niente più. Certo, non sempre è facile e intorno a noi i gruppi o gli ambienti non ci mettono sempre a nostro agio, o siamo soli e non abbiamo i nostri amici, o le dinamiche sono forti e quasi ci tormentano. Ma questa sera gli amici c’erano e il gruppo era il mio ed è stato bello, diverso, e ho pensato a Buenos Aires..

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