Dunque, cosa dicevamo? A si, la scelta della nostra guida,
dei maestri di interesse…
Ci siamo lasciati sul tema del non giudizio, del rispetto
della posizione dell’altro, ma adesso è arrivato il momento di essere più decisi,
perché se non ha senso l’ottica delle contrapposizioni allo stesso tempo non
vuol dire che va tutto bene, e che tutti hanno ragione e che non c’è niente da
scegliere o da portare avanti!!!!!
Se per un attimo ci
poniamo come osservatori distaccati,
anche nel tango come in molte altre forme
d’arte, si sviluppano delle tendenze e degli andamenti che vanno verso una
certa direzione, intuibile su un piano ampio e più profondo, e che con il tempo
si paleseranno con più evidenza, “vinceranno” per così dire le contrapposizioni
e le dialettiche del momento, che non sono altro che necessarie spinte del
processo costruttivo della realtà, un processo che passa dal duale per
ricomporsi nell’uno all’interno dell’atto artistico. Durante questa fase di
creazione, noi tutti in realtà, nel nostro piccolo o grande che sia,
contribuiamo affinchè le cose prendano una direzione piuttosto che un’altra,
abbiamo questo potere e questa responsabilità. Io ho scelto, e ho scelto di seguire l’Autentico,
perché sento profondamente dentro di me che è questa la direzione nella quale per molti
aspetti il mondo si sta dirigendo. Nel tango, ma non solo credo, all’inizio
abbiamo costruito strutture, ruoli, stili, regole, immagini di noi stessi,
archetipi, e poi abbiamo sfasciato tutto, una rivoluzione francese contro “i
baroni con la parrucca” direbbe uno dei ribelli, rinnegato le tradizioni,
aperto l’abbraccio, rotto gli schemi, buttato le giacche e le cravatte, alzato
le gambe, cambiato la musica, e adesso… adesso credo siamo arrivati al momento
dell’equilibrio, dell’unificazione, della svolta a favore dell’essenza,
dell’autenticità, della verità più profonda, non importa dove la troviamo, in
chi la troviamo, che forma abbia, ma solo se in quella forma c’è l’essenza, se
in quell’abbraccio c’è un senso, un significato, se in quel tango c’è la
manifestazione di una verità, piccola o grande che sia, ma autentica! Non è più
l’estetica che dobbiamo seguire, a meno che non abbia un contenuto essenziale; non
è più la rottura delle regole o la creazione fine a se stessa che ci interessa,
ma il recupero, di nuovo, dell’essenziale; non è più un giudizio rigido, una
definizione chiusa, un modello da seguire, che ci guida e che ci può far
sopravvivere al cambiamento inevitabile, ma solo il recupero di un patrimonio
universale che è dentro quelle strutture chiuse, quella dimensione regionale e
che per questo anche dopo una rivoluzione, rimane più luminosa di prima davanti
al nostro cammino. Non stiamo parlando più di nuovo o vecchio, di cosa è tango
e cosa non lo è, di giusto o sbagliato, ma solo di essenza, autenticità e
trasformazione!
Versión en Español
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A cada uno su propio maestro - II parte
Terminamos en el tema de
no-juicio, el respeto a la posición del otro, pero ahora llego el momento de ser más decisivos, ya que se
supero la optica de contraste; al mismo
tiempo no quiere decir que todo está bien, y que todo el mundo tiene razon y que no hay nada que elegir o desarrollar!
Si por un momento nos
colocamos como observadores distante, también en el tango como en otras forma
de arte, se desarrollan, tendencias, andamientos que van en una cierta dirección, intuible en
un plan mas amplio y mas profundo y que con el tiempo se mostrarán con mas
evidencia, “vencerán”, por así decir, las contraposiciones dialécticas del
momento que se convierten en empuje necesario para el proceso constructivo de
la realidad, un proceso que pasa de un binario para luego reunificarse a la
unidad, dentro del acto artístico.
Durante esta fase de creación,
todos, dentro de su pequeña o gran
realidad contribuimos a que las cosas tomen una dirección en lugar de otra,
tenemos este poder, esta responsabilidad. Yo elegí de seguir lo Autentico,
porque advierto profundamente dentro de mi que esta es la dirección por muchos
aspectos en la cual el mundo se esta
dirigiendo.
En el tango, y no solo,
habíamos construido al principio estructuras,
roles, estilos, reglas, imagenes de nosotros mismos, arquetipos y después lo
habíamos deshecho todo, una revolución francesa contra “los barones con la peluca”,
diría uno de los rebelde, renegando la tradición, abriendo el abrazo, rompiendo
los modelos, votando las chaquetas y las corbatas, levantando las piernas,
cambiando la música y ahora....
Ahora creo llego el momento
del equilibrio e de la unificación, de cambiar a favor de la esencia, de la
autenticidad, de la verdad mas profunda. No importa donde la encontramos, en
quien la encontramos, que forma tenga, pero solo si en aquella forma esta la
esencia, si en aquel abrazo esta un sentido, un significado, si en aquel tango
esta la manifestación de una verdad, pequeña o grande que sea, pero autentica!
No es mas la estética que debemos seguir , al meno que no tengamos un
contenido esencial; no es mas la ruptura de reglas o la creación fin a si misma
que nos interesa, sino el recupero otra vez de lo básico; que no es mas un
juicio rígido, una definición cerrada, un modelo de seguir, que nos lleva que
nos hace sobrevivir en un cambiamiento inevitable, pero solo el recupero de un
patrimonio universal que esta dentro de esta estructura cerrada, aquella
dimensión regional que después de una revolución permanece, mas luminosa que al
principio delante de nuestro camino. No estamos hablando mas de algo nuevo, de
algo viejo, ni de cosa es o no es el tango, ni si es justo o errado, pero solo
de esencia autenticidad y transformación.
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