lunedì 29 ottobre 2012

Proposte nella giungla



Oggi voglio tornare a parlare della “giungla delle proposte” e dare qualche indicazione più concreta su quali sono le “proposte della giungla”.
Tra le tecniche di movimento più popolari possiamo distinguere:
1-    il movimento parte dai piedi: penso a posizionare i piedi nello spazio e lascio che il corpo segua, il peso è distribuito ugualmente su entrambe gli appoggi e cade nel centro, ho sempre tutti e due i piedi a terra – grande stabilità, idea di sostegno più che di spinta. (spesso in associazione con la struttura del quadrato)
2-     il movimento è una spirale che scende lungo tutto il torso e alla fine arriva ai piedi,  il peso è su un piede per volta che si avvita a terra e appoggia all’ultimo in modo da incontrare l’esatto sito in cui l’uomo vuole portare la donna, in una maniera che allo stesso tempo è ben salda ma anche dinamica e leggera – lo spostamento dell’asse è sempre tutto insieme e contemporaneo all’appoggio. (spesso in associazione con la struttura del cerchio)
3-    la direzione è data dal bacino: la connessione e l’intenzione partono da una corrispondenza tra il bacino dell’uomo e della donna, il movimento è sempre a chiudere e a far rientrare, la struttura del movimento a terra è circolare, l’uomo intorno alla donna e/o la donna intorno all’uomo,  il pivot della donna è sempre inteso al suo massimo, l’uomo semplicemente lo interrompe e la donna quasi rimbalza rientrando nella direzione del bacino dell’uomo , la dissociazione per piccoli movimenti è meno profonda perché aiutata dalla circolarità. Questo permette di sfruttare dinamiche più profonde con minor sforzo.
4-    il quadrato: l’uomo costruisce il suo ballo pensando in linea e ad un quadrato attorno alla donna, la connessione è prevalentemente petto-petto mentre più spesso il bacino della donna è fuori dalla linea dell’uomo, la dissociazione è estrema anche per piccoli pivot, l’uomo controlla esattamente quanto vuole che il bacino della donna ruoti ogni volta.
5-    L’appoggio del piede è prima punta e poi tacco, per altri è prima tacco e poi punta, per quasi tutti l’idea è di avanzare con tutto l’asse e non lasciarsi portare dai piedi anche se per una questione di scelta estetica si può usare la punta. C’è anche chi semplicemente propone l’appoggio il più possibile contemporaneo di tutto il piede, soprattutto per la donna con il problema dei tacchi, pur articolando il più possibile la camminata in ogni parte. Per quasi tutte le donne il tacco a terra si appoggia eccome! Aiuta la stabilità.
6-    Elastico, circolarità dell’energia e morbidità nel movimento influenzano il modo di usare le braccia e gli spazi, un immenso capitolo nell’ambito delle ultime proposte in cui l’abbraccio è inteso come fortissima connessione energetica che permette una pulsazione e un ricongiungimento della coppia anche a distanza.
Molti di questi approcci possono essere anche a volte più o meno consapevolmente mischiati, e sicuramente ne esistono molti altri, o di molto simili ma intesi in modi differenti da come li ho qui io elencati. Si tratta di una guida schematica e riduttiva per poter parlare in realtà di questo: sia se intendiamo il movimento dai piedi o dalla spirale che scende verso il basso,  l’azione sempre si incontra nel centro se tutto è ben connesso durante il tragitto!! Cambia la focalizzazione, ma se ci occupiamo di curare bene le interconnesioni e le cascate di movimento, tutto risulta sempre armonico, coeso e centrale, e possiamo addirittura permetterci di scegliere e/o oscillare da un approccio all’altro.
La nostra attenzione sempre deve essere indirizzata alla sperimentazione affinchè stimoli diversi possano permetterci di aumentare la nostra consapevolezza, la coscienza del nostro corpo e della nostra energia. Sicuramente ci può capitare di ritrovarci in momenti di conflitto e confusione!! Andare in confusione è normale e non è sintomo di catastrofe imminente, l'aumento di consapevolezza e la presa di coscienza passano per lo smarrimento perché implicano l’ apertura verso nuove visioni mentali. Se non ci ritroviamo in un limbo dove non sappiamo più chi siamo, non possiamo creare e scegliere un nuovo sentiero!!!
Al termine di una classe non dobbiamo per forza portare a casa un passo, una struttura o un metodo, ma una maggiore coscienza, e se questo passa da un movimento circolare o quadrato poco importa, attraverso un aumento di consapevolezza del nostro corpo e della nostra energia troviamo il nostro stile personale e la nostra via, possiamo creare noi!.. Creare come processo finale di una coscienza conquistata e non come presunzione senza profonda conoscenza!
Quindi lasciamoci anche smontare da approcci differenti con la fiducia che ci porteranno maggiori strumenti, e che li potremo riorganizzare successivamente in un nostro modo creativo e personale. I conflitti si scioglieranno in un nostro modo di muoverci assolutamente autentico e unico, e la linea e il cerchio magari si conciglieranno o l'uno prevarrà sul l'altro naturalmente, poiché l'autentico creerà da dentro!

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