domenica 24 marzo 2013

Preghiera sui sentieri di trasformazione

Arcangelo Metatron
Come dice l'etichetta, questo è un "fuori pasto", fuori dieta, ma profondamente parte di me....


Aiutami
a usare il tuo manto,
notte stellata dalle infinite pieghe,
e che la parola e la speranza possano illuminare questo cielo notturno di una nuova Alba, dispiegandomi.
La morbidezza del buio con i suoi drappeggi e la distesa infinita della luce, sono il nostro raccoglierci e il nostro espanderci.
Possa trovare la forza di pulsare tra infinite pieghe di cielo notturno e meravigliose albe dispiegate, nella realtà che mi circonda ogni giorno, senza uscire dal vortice della mia fonte.
Amen

Sento una pioggia di luce infiammare l'oscuro e lavare come lacrime il mio viso.
Caldo è il tuo manto morbido nella notte, magico il suo potere stellato di infinito spazio e infiniti silenzi.
Fulgida la mia anima risvegliata, non più resiste ma si manifesta.
Dal profondo del cuore
Grazie

lunedì 25 febbraio 2013

Tango, vero tango, tango Nuevo e tango alieno!

Galassia di Andromeda


L'unicità del singolo, nella sua essenza profonda e meravigliosa, attraverso la comunicazione, si espande oltre il Sè ed entra nel campo dell'universale. Unici e uniti.
Nel tango, la specialità dell'interazione premia e valorizza ciascun individuo nella sua essenza unica, cocreando in comunione qualcosa di speciale. Allo stesso tempo, peró, la comunicazione è il mezzo che permette di oltrepassare la linea individuale per lanciarsi anche oltre la coppia emanando da essa e trasportandoci nell'immenso spazio universale dove la diversità, la forma, e l'estetica si frantumano dinanzi all'essenza stessa della comunicazione. Se potessimo volare su Andromeda e trovare vita aliena, basterebbe comprendere come comunicano e cosa è maschio e cosa è femmina per loro (anche oltre l'identità sessuale ma in senso più ampio, energetico, yin e yang, chi guida e chi segue), per ballare tango... E sarebbe "vero tango" anche se si vedrebbe diverso! In realtà sarebbe Tango e basta... Forse qualcuno lo chiamerebbe " tango nuevo", o meglio ancora " tango alieno" a difesa della propria umanità, e sarebbe in entrambe i casi un individuo confuso e spaesato dinanzi alle infinite potenzialità di sviluppo personale... in questo caso potenzialità anche interrazziali e intergalattiche!

lunedì 18 febbraio 2013

Vestire la colonna d'aria

Respiro. Respiro profondamente e tutto il corpo si espande e un'onda lo attraversa mentre l'aria circola rotonda tutta intorno e dentro di me. Poi inizia la musica, un vento che increspa il vortice... E vibro.
Il contatto tra i corpi, caldo, vivo, il senso del tatto che dalla mano si espande a macchia d'olio e invade di informazioni e sensazioni l'intero cervello. Il bacino si scioglie e cade pesante e pulsante perpendicolare a terra, l'addome si tira desideroso di incontrare l'altro e portare la lava calda verso di lui. Il cuore si schiude. Fiorisce nel piacere del contatto fisico o della libertà dei corpi separati nell'aria che presto si rincontreranno.. E ancora, vibro. La colonna d'aria si assottiglia in vita e aiuta il cuore a cercare l'altro, e nell'espiro arroventa il pavimento pelvico... I violini tirano il suono, il cantante risucchia il diaframma, il bandoneon impulsa le viscere, il piano che incalza risveglia la nostra schiena... E la nostra onda respiratoria si veste, cambia abito con la musica, si espande in un luogo e assottiglia e fortifica in un altro, e avvolge l'altro e fruscia  intorno a noi, tra i capelli e nella gonna che volteggia attorno alle nostre forme accaldate... Le gote rosate cercano il viso dell'altro, e il profumo tiepido dei corpi inebria l'ipotalamo e tutta la pelle si ammorbidisce irrorata di sangue. I contatti che si perdono e si ritrovano sono come carezze e mi strofino camminando decisa verso di te al suono del bandoneon... Respiro e cambio abito alla colonna d'aria ancora una volta, sospendo, anzi s o s p e n d o . . . E ritardo l'appoggio per poi recuperare e comunicare all'altro il piacere del sospirato ricongiungimento.
Respiro e ti stringo, forte e fragile a me, forte il desiderio e fragile che non si incrini o disperda la vibrazione di piacere, e sto stabile avvitata a terra e sciolta tra le tue braccia in quell'ultima nota.

domenica 10 febbraio 2013

Armatura e talento, due facce della stessa medaglia

Quando l'armatura lascia spazio all'avventura


La scelta della protezione che ci costruiamo, e che spesso si trasformano in limitazioni di espressione, è comunque emanazione della nostra essenza profonda, una difesa che è nata per sopperire alla naturale immaturità delle nostre risorse energetiche e psicofisiche in assenza di un armonico sostegno esterno quando eravamo piccoli.
Oppure possiamo vederla così: la più grande opportunità di accedere, attraverso l'esperienza dello spogliarsi, al nostro nucleo essenziale grazie ad una strada privilegiata fatta di prove dedicate. Bell'affare, direte voi, di "prove dedicate"ne faremmo volentieri a meno! Eppure è la mappa del sentiero che ci riporta a casa, è la password di accesso al database di tutte le risposte che da sempre avremmo voluto avere, senza di questo non saremmo forse profondamente più smarriti?
Certo, potreste obiettare questo: se fossimo già a casa non avremmo certo bisogno di mappe per tornarci! Se fossimo già a casa saremmo nell'immanenza della beatitudine, fuori da tempo e spazio, nell'immenso... e probabilmente è da li che arriviamo, e su altri piani siamo anche ed ancora li. Abbiamo scelto di uscire dall'immanenza e incarnarci nella trasformazione per onorare e comprendere il dono gratuito dell'amore universale che ci era stato fatto, per contribuire all'espansione e alla creazione del mondo, per conoscere e accogliere l'imperfezione, dettaglio imprescindibile della perfezione!.. Che coraggio!.. E quando abbiamo fatto richiesta di affrontare questa avventura, ci hanno dotato della mappa, dei contatti radio, dei piani di emergenza, degli aiuti, e delle istruzioni per l'uso. Dobbiamo solo trovare la calma di capire come funzionano le cose, imparare ad usare gli strumenti e chiarire le nostre necessità e i nostri desideri.. Altrimenti che avventura sarebbe!! Un Indiana Jones senza frusta e cappello, trappole e misteri, non è Indiana Jones!
Trovo incredibile la corrispondenza che sempre c'è tra buio e luce dentro di noi. Ci rinchiudiamo in una armatura, che dovremo poi imparare a smontare, e che è stata fatta da noi stessi a immagine e somiglianza del nostro miglior talento! Quelli che vediamo come limiti, tragici impedimenti quotidiani, sono il riflesso della spinta alla nostra migliore espressione, della nostra essenza profonda e dello scopo della nostra creazione. Che meravigliosa ironia! Certo che il Capo, nella sua grande perfezione, è stato anche spiritoso!

venerdì 25 gennaio 2013

Melodie cinetiche


La ricerca scientifica nell'ambito dei processi neuronali coinvolti nel movimento, ha scoperto che la corteccia motoria attiva più muscoli contemporaneamente, coordinati in modo armonico (Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio, chiama il processo "melodie cinetiche"), per effettuare un movimento volto al raggiungimento di uno scopo.
Uno stesso neurone si attiva per produrre il movimento in muscoli diversi purché lo scopo sia il medesimo, ed ugualmente l'azione di uno stesso muscolo può essere prodotta da neuroni diversi, se lo scopo è diverso!!! Non è la meccanica del muscolo che guida il processo, ma lo scopo che c'è dietro!!! Non solo, ma tutto il corpo è armonicamente coinvolto per il suo raggiungimento!!!
Non vi sembra incredibile? L'armonia e la grazia del movimento sono il risultato dell'intenzione intrecciata alle informazioni sensoriali che ci dà l'ambiente circostante, e non la somma di circuiti meccanici ripetuti e robotici che associano lo stesso neurone sempre alla stessa azione! Quanto più siamo profondamente concentrati e liberi nell'effettuare un movimento con precisa intenzione, tanto più questo si manifesterà come "melodia cinetica". Quanto più siamo in grado di gustare e assaporare le informazioni sensoriali aperti all'interazione con il mondo, tanto più queste produrranno una risposta spontanea che si manifesterà con un movimento armonico. Il nostro cervello è nato per interagire e trasformare, il nostro movimento spontaneo è la melodia che scaturisce da tutto questo, è il controllo che spezza l'armonia e ci trasforma in robot dal movimento meccanico, freddo, perchè perdiamo lo scopo, tronchiamo l'interazione e incaselliamo i processi motori... e allora cosa stiamo facendo? cosa sentiamo? chi siamo? Niente, una maschera di noi stessi a misura della società malata, che cammina senza scopo in una vita vuota.
Lasciamoci, invece, "essere movimento spontaneo", lasciamo che il processo su descritto accada pienamente, e sentiremo emergere dentro di noi il piacere legato ai sensi e le emozioni legate alle intenzioni, e vivremo così la magia del momento presente e dell'"azione fatta bene", pienamente vivi e pienamente vibranti, autentici.
Il nostro corpo è la manifestazione materiale di una meraviglia e perfezione infinita.. Se solo ci permettessimo di lasciarci sprofondare nei suoi meccanismi spontanei, incontreremmo nodi di contatto con dimensioni di ordine superiore, di armonia e perfezione che non appartengono a questo denso mondo ma che pure lo penetrano e lo attraversano "animandolo".
Il nostro corpo è più avanti di noi, è più magico di quanto possiamo immaginare, è più pieno di anima e universo di quanto la sua densa carne possa farci pensare... Non abbiamo bisogno di lasciarlo per sollevarci nell'infinito, nell'estasi, nell'amore, dobbiamo solo permetterci di sprofondarci dentro, di annegare nel nostro respiro e toccare il fondo del nostro magma interiore.
E in tutto questo non siamo soli, ma tutti intimamente collegati... Come è possibile? La scienza dice: perché abbiamo i neuroni specchio! "L'atto dell'osservare è un atto potenziale", siamo i grado di comprendere e provare tutto quello che vediamo manifestarsi in un individuo, poiché il nostro cervello si attiva facendoci vivere il movimento dell'altro. Con i neuroni specchio abbiamo scoperto il chip dell'empatia, abbiamo dato un nome al profondo senso di unità universale, alla sensazione de "l'altro non esiste" e "l'altro sono io" che sempre ci tocca quando ci permettiamo di entrare profondamente in contatto con una persona... e sfiorare il suo corpo, reagire e influenzare il suo movimento, sincronizzare i respiri, diventa una nostra emanazione che penetra l'altro per tornare a noi in una mescola indivisibile, ma presente e senza perdita di identità...anzi, nell'apertura di identità!!!!
Cosa ci manca? Forse dobbiamo convincerci ancora che possiamo trasformare il mondo e la nostra vita in ogni momento, sempre e comunque? La scienza ci dice che il nostro sistema nervoso si è evoluto con la caratteristica dell'agire nel mondo. Siamo sopravvissuti non perché abbiamo trovato una nicchia ecologica ma perché l'abbiamo creata intorno a noi. Abbiamo fatto questo per milioni di anni e ancora abbiamo dubbi sul nostro infinito potenziale di azione e trasformazione?
Vogliamo cambiare la nostra vita? Vogliamo muoverci con grazia e armonia? Vogliamo saper stare in relazione? Vogliamo semplicemente ballare meglio?

Bene, guardiamo lo spazio vuoto che ci circonda ed è intorno a tutto, osserviamolo con profonda attenzione come un gatto in attesa davanti alla tana del topo, e lasciamoci sprofondare nel nostro spazio interiore, pienamente consapevoli e presenti, dentro il nostro corpo di carne e sangue. Respiriamo. Lasciamo che l'elettricità dei nostri neuroni salga su per ogni parte del nostro corpo, ci accenda fino a raggiungere il cervello, e con il piacere del nostro Sè che si manifesta, ci faccia oltrepassare tempo, spazio, limiti e alterità, verso l'infinito.
Io Sono respiro, Io Sono movimento, Io Sono movimento spontaneo. 
Io Sono.




Intervista A Giacomo Rizzolatti: neuroni specchio ed empatia
8 minuti (molto interessante)
http://www.youtube.com/watch?v=Zx8_R716FSE
4 minuti (più tecnica)
http://www.youtube.com/watch?v=fjJhD9fwej8


Per chi volesse approfondire: convegno 1 ora
http://www.youtube.com/watch?v=cqYdhyUa934

mercoledì 9 gennaio 2013

Quando il contesto crea il contenuto….



 Allora il contenuto non è autentico!


Possiamo fare una stessa azione ma partendo da una differente intenzione.
Possiamo agire perché qualcosa dentro di noi, in un posto profondo e assolutamente nostro, si è mosso e si è manifestato attraverso un’azione spontanea, oppure possiamo agire perché una situazione esterna ci ha indotto una reazione e ci aspettiamo che succeda qualcosa di rimando.
Se la nostra azione è rivolta ad una approvazione esterna, o anche ad una provocazione, il suo contenuto non proverrà davvero dalla nostra parte autentica.
Al contrario, se sappiamo chi siamo e agiamo in linea con questa consapevolezza profonda, non sarà l’esterno a condizionarci ma noi a modificarlo, perché ogni messaggio autentico ha una incredibile potenza creatrice e trasformatrice!
Smettiamo di desiderare di essere accettati e accettiamoci noi stessi per come siamo, ora! Presentiamoci al mondo pieni di amore per noi e lasciamoci essere. In questo modo il problema degli altri e dell’esterno smetterà di esistere e invece inizieremo a creare, in linea con quello che siamo davvero, in linea con il nostro talento.
Il vero coraggio di agire non è quello che ci fa esporre per avere riconoscimenti, applausi e successo, ma è il coraggio di essere noi stessi nonostante e oltre tutto, oltre anche il successo, non solo oltre il fallimento!
Scegliamo il contenuto alla forma, scegliamo di guardarci dentro invece di guardare fuori, scegliamo di agire ascoltando il nostro movimento spontaneo invece che con l’intenzione di ottenere qualcosa o mostrare qualcosa…. E lasciamo che il contenuto manifestandosi da solo, fiorisca spontaneamente nella forma speciale e unica della nostra essenza!
La prossima volta che andate a ballare, concentratevi nelle vostre sensazioni, ascoltate l’altro e dimenticatevi di fare cose o farvi notare… basta con questo fare! Sentire di aver messo un piede storto è più importante di metterlo dritto, sentire la persona avanti a noi è più bello che non sentirla affatto in piena eleganza di movimento, muoversi da dentro autenticamente è più interessante da vedere di qualunque studio della linea, salto, pasada,  volcada o super voleo che possa essere prodotto!

lunedì 7 gennaio 2013

Da Berlino, alla fine delle vacanze, passando per l'influenza!


Cari amici,
probabilmente oggi 7 gennaio per molti non è il primo giorno di lavoro del 2013 e non rappresenta una ripartenza, ma per tutti sicuramente è il primo giorno fuori dal Natale, finito con l’Epifania “che tutte le feste porta via”.
Per i ragazzi delle scuole è il primo giorno del 2013 di nuovo tra i banchi, come per i miei nipotini, e sempre mi ricordo e mi ricorderò i sacrifici di tornare a svegliarsi presto e il peso della prima cartella dopo le vacanze.
E’ stato un Natale speciale per me, per la prima volta il 24 dicembre ho sentito la bellezza e la dolcezza della storia del Natale, l’umanità di una ragazzina in cinta con i dolori del parto che nessuno voleva ospitare, il calore immenso della gioia intima della famiglia che nasce anche senza niente ma con immenso amore, e la speranza pura, luminosa, viva dentro gli occhi di un bimbo che cambierà la storia del mondo, e che è proprio come noi, uguale uguale a ognuno di noi.
Ho attraversato il ponte tra il 31 e il primo ballando sul mondo, come avevo promesso nell’ultimo post. Sono stata a Berlino, nella maratona di fine anno, ed anche questa è stata una festa speciale per me. Per la prima volta, alla mezzanotte, mi sono ritrovata a fare il trenino… il must che ho sempre evitato e che solitamente porta profonda tristezza anche solo ossevarlo… e invece, complice l’atmosfera, il fatto che eravamo tutti ballerini, la scelta musicale diversa su cui si è scatenata la pazzia del trenino (grazie Giuseppe Caputo per l’eleganza con cui hai gestito tutta la serata ed in particolare questo momento tanto difficile per un dj!!!), ho sentito la bellezza di condividere la gioia tutti insieme, l’allegria di muoversi uniti, di condividere i festeggiamenti spensieratamente spontanei… la forza di una tribù che balla attorno al fuoco, senza ritegno, senza imbarazzi, con i piedi che si muovono soli, le braccia che si cercano, gli incroci, i ponti e gli srotolamenti che si susseguono in una sincronia meravigliosa come fossimo tutti parte di un vero animale più grande… “l’anima della milonga” fatta serpente! Che bell’applauso spontaneo ci siamo fatti tutti insieme al finale, che emozione, che gioia! Mi sono sentita bambina come mai avevo potuto sentirmi prima!
Ho passato tutta la settimana seguente a letto con la febbre, e a quanto ho visto e letto anche in questo non sono stata l’unica, l’influenza è stata una terribile mietitrice di vittime… e con me non ha scherzato, ma sembra sia passata anche questa, solo pochi decimi e tanta tosse ancora da spazzare via, ho smesso di gattonare per andare in bagno e ho iniziato a camminare per arrivare fino in cucina con l’intenzione di mangiare qualcosa e interrompere il digiuno purificatore che il virus aveva deciso necessario per me!
Oggi tutto ricomincia, e allora ricominceremo, più snelli dopo l’influenza o più appesantiti dopo i pranzi non importa, nuovo è l’anno e nuovi siamo noi… e nuovo costruiremo il mondo!
Buon lavoro a tutti con affetto sentito,
Martina