lunedì 18 febbraio 2013

Vestire la colonna d'aria

Respiro. Respiro profondamente e tutto il corpo si espande e un'onda lo attraversa mentre l'aria circola rotonda tutta intorno e dentro di me. Poi inizia la musica, un vento che increspa il vortice... E vibro.
Il contatto tra i corpi, caldo, vivo, il senso del tatto che dalla mano si espande a macchia d'olio e invade di informazioni e sensazioni l'intero cervello. Il bacino si scioglie e cade pesante e pulsante perpendicolare a terra, l'addome si tira desideroso di incontrare l'altro e portare la lava calda verso di lui. Il cuore si schiude. Fiorisce nel piacere del contatto fisico o della libertà dei corpi separati nell'aria che presto si rincontreranno.. E ancora, vibro. La colonna d'aria si assottiglia in vita e aiuta il cuore a cercare l'altro, e nell'espiro arroventa il pavimento pelvico... I violini tirano il suono, il cantante risucchia il diaframma, il bandoneon impulsa le viscere, il piano che incalza risveglia la nostra schiena... E la nostra onda respiratoria si veste, cambia abito con la musica, si espande in un luogo e assottiglia e fortifica in un altro, e avvolge l'altro e fruscia  intorno a noi, tra i capelli e nella gonna che volteggia attorno alle nostre forme accaldate... Le gote rosate cercano il viso dell'altro, e il profumo tiepido dei corpi inebria l'ipotalamo e tutta la pelle si ammorbidisce irrorata di sangue. I contatti che si perdono e si ritrovano sono come carezze e mi strofino camminando decisa verso di te al suono del bandoneon... Respiro e cambio abito alla colonna d'aria ancora una volta, sospendo, anzi s o s p e n d o . . . E ritardo l'appoggio per poi recuperare e comunicare all'altro il piacere del sospirato ricongiungimento.
Respiro e ti stringo, forte e fragile a me, forte il desiderio e fragile che non si incrini o disperda la vibrazione di piacere, e sto stabile avvitata a terra e sciolta tra le tue braccia in quell'ultima nota.

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