31 luglio, sera tardi, lungo viaggio e finalmente a casa.
Dio che sollievo!!
Ultima fatica: siracusa international tango festival.
Come sempre una avventura piena di prove, stimoli ad alta
intensità, sollecitazioni di ogni genere che consciamente o inconsciamente ci
cambiano e affaticano emozionalmente pancia e cuore.
E così, come sempre
si tirano le somme e ci si ritrova a parlare dell’esperienza tra colleghe
tanguere e di nuovo la domanda: ma tu
che giri spesso per festival, come te la cavi? Hai qualche consiglio? Come si
cambia una brutta serata ? come non si diventa una natura morta nel panorama di
sedie del festival? come si sopravvive a un tango festival? Come si fa a
tornare a casa soddisfatte e non frustrate?
Rispondere a domande tanto impegnative non è facile, perché
qualunque ballerina tu sia, qualunque esperienza o talento tu abbia, che sia un
festival o una milonga normale, tutte ci siamo scontrate con una serata storta,
o abbiamo ascoltato sedute una tanda meravigliosa che avremmo tanto voluto
ballare, o siamo rimaste in attesa di un invito di qualcuno che non è poi mai
arrivato, o ci siamo tolte le scarpe a
fine serata doloranti per il sedere piatto a forma di sedia e non per i piedi
stanchi di tanto fremere in pista. Insomma, prima di tutto consolatevi,
qualunque cosa vi sia successa è una esperienza conosciuta, nessuna è passata
indenne prima o poi, e come si dice: “mal comune mezzo gaudio J”.
Inoltre un'altra cosa ci accomuna tutte: sia che viaggiamo
completamente sole come cani sciolti (come faccio spesso io J ), sia che siamo con
amiche (in branchi di leonesse J
), o nella migliore delle ipotesi con il nostro fidanzato tanghéro (magari
anche a volte un po’ tànghero J),
o con il nostro compagno di corso o addirittura (il sogno più incredibile) con
un folto gruppo di aitanti ballerini, tutte ci ritroveremo a fare i conti da
sole con l’anima della serata, perché in questo ballo tanto sociale, che pulsa di una onda di energia propria in
pista a seconda della gente, della musica, dell’ambiente, e persino della
temperatura, alla fine ogni coppia vive la sua storia di 3 minuti avvolta in
una nuvola propria e ciascuno cerca questa possibilità, questo incontro, in
realtà tutto da solo. Come sempre di fronte alla relazione, prima di tutto ci
troviamo a fare i conti con il nostro personale stato psichico ed emotivo,
sempre e comunque, e le variabili esterne sono tanto numerose e complicate che
è quasi impossibile anche solo immaginare cosa passa nella testa di ogni
singolo individuo che sta in ogni istante costruendo la sua serata seguendo il
proprio stato emozionale. Quindi non ci conviene spostarci fuori di noi, questi
uomini non li possiamo davvero capire sempre e completamente, né dirigere o
comandare, tanto meno è utile accusarli o criticarli (magari a volte può far
bene all’umore, e in questa misura ce lo possimao permettere J ), ce li dobbiamo
prendere così come sono e assumerci la responsabilità della nostra
frustrazione, non in senso negativo, ma in senso creativo: possiamo cambiare e
trasformare il nostro stato e la nostra serata interiormente (e di conseguenza anche
esteriormente), come e quando vogliamo se ci manteniamo presenti e accettiamo
lo stato delle cose, non abbiamo bisogno di combattere per trasformare!!
Bene, quante belle parole, ma concretamente? Proverò nei prossimi giorni, a pubblicare qualche consiglio concreto pensando alla mia personale
esperienza di viaggiatrice solitaria per festival internazionali, nella
speranza possano essere consigli utili più che come pedissequa guida specifica,
come un mezzo per stimolare la vostra esperienza e trovare la vostra personale
strada di presenza, gioia e soddisfazione nel tango festival J
Che bello, sono on line!
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