giovedì 18 aprile 2013

Tango: I tre livelli


Abbraccio, connessione, emozione

Durante la mia esperienza personale di formazione nel tango mi sono imbattuta in tre livelli di immersione personale, come se proseguendo nella mia esperienza sprofondassi interiormente in me e contemporaneamente dentro questa disciplina. Mi sembra, inoltre, che pur essendo in progressione di profondità, ciascuno è allo stesso tempo un piano di infinita ricerca.
Il primo livello che ho incontrato è quello del contatto fisico e, già più complesso, il livello della comunicazione non verbale.
Ho iniziato con lo scoprire il piacere di una mano da stringere, a sperimentare come accomodarmi in un abbraccio, come avvolgere la scapola o la schiena dell'uomo, come usare il movimento del suo corpo. Ho scoperto lo sguardo da lontano, i segni di piacere o fastidio nei piccoli gesti dell'altro, ho cominciato ad ascoltare il respiro dell'uomo, i movimenti interni del petto, la tensione avvolgente nelle mani, il calore del corpo che di scalda piano piano, il brillio degli occhi o il rossore delle guance così come l'attitudine gelida o scrutante, lo sguardo impermeabile, le spalle tese e l'abbraccio imperativo.
A questo livello c'è anche lo studio del movimento personale, la consapevolezza di ogni parte del mio corpo, come sta, cosa fa e come si muove. Allo stesso tempo ho incontrato il movimento del corpo dell'altro, quale reazione provoca nel mio e in che modo mi trasmette il movimento. Lo studio a questo livello può essere suddiviso in coscienza infinita, cellulare, di ogni singolo pezzettino di carne proprio e del partner.
Quando si penetra tanto in profondità su questo livello si sfocia spontaneamente al successivo, quello della connessione intesa come flusso di intenzione e risposta, anche a distanza. Oserei definirlo un livello energetico. All'avanguardia del tango mi sono imbattuta in classi in cui questo piano, tanto sfuggente e profondo perché immateriale e oltre il contatto, diventa argomento concreto di studio attraverso proposte semplici e geniali, che permettono di sperimentare e integrare questo livello in un modo fattivo e tutto sommato semplice, data la complessità e la profondità della relazione! Se dovessi descrivere con un immagine la sensazione di questa connessione, la dipingerei come un fluido colorato che si muove tra i corpi a distanza, creando una nuvola morbida di flussi mentre l'asse di ognuno risplende limpido, sottile e dorato nel vortice.
Dentro a questa esperienza ho sentito dispiegarsi il flusso di intense emozioni e mi sono ritrovata a scivolare un piano più in giù, il terzo livello, in cui la connessione diventa emozione, apertura del cuore e accesso al magma della forza della sensualità. Il fluido che circola si trasforma in legame penetrante, non solo oltre la distanza, ma anche dentro il corpo dell'altro oltre la superficie. La vibrazione ronza nell'aria e penetra tutta intorno, i cuori si schiudono uno davanti all'altro come diamanti e ogni movimento è espressione di profonda emozione di amore per l'essere totale dell'altro, e il maschile e il femminile di cercano e si attraggono per completarsi, caldi e magnetici nelle corrispondenze dei bacini. La musica è come l'aria che trasporta questa intensità di legame emozionante e profondissimo, nella coppia e oltre la coppia in un piano universale, e sincronizza i ritmi e le pulsazioni, armonizza i colori, evidenzia gli impulsi e le tensioni di carica e scarica.
A questo piano l'emozione non è recitata, non si tratta di egoiche facce accigliate e tormentate, ma è pienamente spontanea e connaturata con il Sè, con la nostra Essenza autentica di persone, sinceramente vibranti e a nudo l'uno di fronte all'altro, nell'infinito. Provate per credere, il terzo piano è la rivelazione!
Con gioia
Martina

venerdì 12 aprile 2013

Vento

Io una volta
ero vento.
Ero dappertutto
in me erano tutti i profumi del mondo
e accarezzavo ogni cosa.
La mia voce era suono e musica,
tutto era in me e io ero tutto.

Voglio gettarmi nella mia vita al vento,
al vento di Dio.

Il Vento che semina
Il Vento che sparge
Il Vento che scuote
Il Vento che ulula
Il Vento che pervade e trasforma
Il Vento che è Vortice
Il Vento che È!

giovedì 11 aprile 2013

Basel OsterTango Festival: 3 elephant couples.

English version available after the Italian text !


Domenica notte, una grande sala con un palchetto di legno scuro, serata piena iniziata all'insegna di festeggiamenti da parte della scuola organizzatrice dell'evento (25 anni di attività). Solo Tango Orchestra con il cantante Ariel Ardit avevano già scaldato il cuore e le gambe di tutti, intensi, raffinati e talentuosi. La migliore orchestra del momento, profondamente classica, deliziosamente ballabile e densa di tango nonostante le sue radici Russe, che incontra la voce argentina di Ariel, presente, pulita e interpretativa con misura e grazia. Una prima collaborazione molto ben riuscita e inaspettata, una chicca fuori programma, il primo segnale di una energia all'insegna della concentrazione di talenti.
Seduti in cerchio a terra, ognuno cercando il proprio spazio, e infine immobili e in religioso silenzio, pronti a gustare l'Evento: 3 coppie che hanno già trasformato e segnato la storia del tango e continuano a farlo,
Chicho Mariano Frumboli y Juana Sepulveda, Julio Balmaceda y Corina De La Rosa, Gustavo Naveira y Giselle Anne, in ordine di anzianità di carriera, tutte lì in quella pista, per quella notte, assieme! Incredibile e storico!
Romeo Orsini, organizzatore del festival, presenta con spontaneità ed eccitazione la serata, dichiarando l'evento qualcosa di oltre il suo stesso intervento, sentendosi un piccolo tramite per canalizzare una grande opportunità, e definisce scherzosamente gli artisti ospiti come tre "elephant couples" del tango... Sicuramente erano, sono e saranno dei giganti nella storia di questa danza meravigliosa, patrimonio dell'umanità!
Seduta a terra in prima fila sono rimasta abbagliata dalla forza che emanava da ciascuna coppia, creavano e riempivano tutto lo spazio intorno a loro..
La terra nelle loro gambe, elastica e silenziosa, la presenza chiara, luminosa e potente...e la musica che suonava fuori dai loro corpi e dai loro movimenti, profondamente connessi nel piacere di co-creare.
Una ispirazione, la manifestazione di un talento fuori misura e la sensazione palpabile di partecipare a quel momento, di unire la mia energia a quella di tutti e sostenere così il vortice dell'esibizione di ciascuna coppia perché la forza crescesse verso l'alto, e rendesse profondamente vibrante ed emozionante quel momento.
Nessuno era lì per caso quella sera, tutti eravamo parte dell'espressione storica di così tanto talento riunito, concretamente concentrato nella ronda finale, con la musica dal vivo dei Solo Tango e la voce di Ariel a completare la pelle d'oca. Un allineamento spazio temporale che ha reso tutto non casuale e più della somma delle circostanze. Incredibile, meravigliosamente incredibile, quando l'Arte trasforma e trascende gli uomini.
Con profonda ammirazione e partecipazione,
Martina

PS: La ronda Finale, tutti insieme con musica dal vivo!!!
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=2O9oDwiRT9k#!

!!!!! English Version !!!!!!



Sunday night. A large dance hall with a dark parquet floor. A night full of events has begun with the celebrations of the 25th year of activity of the organizing school. Everybody’s hearts and legs had been warmed up already by the “Solo Tango Orchestra”, with Ariel Ardit singing: passionate, elegant and talented.  The best orchestra of the moment, intensely classic, lovely for dancing and, despite its Russian roots, full of tango, meets the Argentinian voice of Ariel, always present, clear, interpreting music gracefully and without excesses. A first-time collaboration that proves at once to be successful and surprising, an unscheduled gem, the first hint of the kind of energy of this night, marked by a concentration of talent.
Everybody sitting in a circle on the floor, trying to find a clear space, and then everybody motionless and in reverent silence, ready to enjoy the Event: 3 couples who transformed the tango and made its history in the past and who still do it,
Chicho Mariano Frumboli y Juana Sepulveda, Julio Balmaceda y Corina De La Rosa, Gustavo Naveira y Giselle Anne (in order of seniority in careers): all there, all on this floor, this night, together! Incredible and historic!
Romeo Orsini, the festival promoter, makes an unaffected and excited presentation of the performance, declaring the event an experience beyond him, a little widget transmitting a big opportunity, and playing with the artists when calling them “three elephant couples” of tango… Certainly they have been, as they are now and will always be, giants in the history of this wonderful dance, heritage of humanity!
On the floor, first row, I am dazzled by the power radiating from each couple, creating the space around them and filling it all.
The ground, flexible and noiseless, in their legs. Their strong appearance, shining and powerful. The music playing outside their bodies and movements, deeply fastened the one to the other by the delight of co-creating.
The inspiring expression of a talent beyond measure and the palpable sensation of taking part in that event, with my energy joining to that of everybody else and so supporting the whirl created by each dancing couple, allowing the power to rise high and making the moment intensely vibrating and exciting.
***
None of us was there by chance, that night. We all, have been part of that historic demonstration of a huge quantity of talent gathered there, actually concentrated in the final RONDA, upon live music by Solo Tango and Ariel’s voice completing the thrill. There has been an alignment of space and time that rendered the whole event not a mere accident and more than a mere sum of circumstances. Incredible, wonderfully incredible, the Art transforming and going beyond human beings.
With deep admiration and attachment.
Martina

domenica 24 marzo 2013

Preghiera sui sentieri di trasformazione

Arcangelo Metatron
Come dice l'etichetta, questo è un "fuori pasto", fuori dieta, ma profondamente parte di me....


Aiutami
a usare il tuo manto,
notte stellata dalle infinite pieghe,
e che la parola e la speranza possano illuminare questo cielo notturno di una nuova Alba, dispiegandomi.
La morbidezza del buio con i suoi drappeggi e la distesa infinita della luce, sono il nostro raccoglierci e il nostro espanderci.
Possa trovare la forza di pulsare tra infinite pieghe di cielo notturno e meravigliose albe dispiegate, nella realtà che mi circonda ogni giorno, senza uscire dal vortice della mia fonte.
Amen

Sento una pioggia di luce infiammare l'oscuro e lavare come lacrime il mio viso.
Caldo è il tuo manto morbido nella notte, magico il suo potere stellato di infinito spazio e infiniti silenzi.
Fulgida la mia anima risvegliata, non più resiste ma si manifesta.
Dal profondo del cuore
Grazie

lunedì 25 febbraio 2013

Tango, vero tango, tango Nuevo e tango alieno!

Galassia di Andromeda


L'unicità del singolo, nella sua essenza profonda e meravigliosa, attraverso la comunicazione, si espande oltre il Sè ed entra nel campo dell'universale. Unici e uniti.
Nel tango, la specialità dell'interazione premia e valorizza ciascun individuo nella sua essenza unica, cocreando in comunione qualcosa di speciale. Allo stesso tempo, peró, la comunicazione è il mezzo che permette di oltrepassare la linea individuale per lanciarsi anche oltre la coppia emanando da essa e trasportandoci nell'immenso spazio universale dove la diversità, la forma, e l'estetica si frantumano dinanzi all'essenza stessa della comunicazione. Se potessimo volare su Andromeda e trovare vita aliena, basterebbe comprendere come comunicano e cosa è maschio e cosa è femmina per loro (anche oltre l'identità sessuale ma in senso più ampio, energetico, yin e yang, chi guida e chi segue), per ballare tango... E sarebbe "vero tango" anche se si vedrebbe diverso! In realtà sarebbe Tango e basta... Forse qualcuno lo chiamerebbe " tango nuevo", o meglio ancora " tango alieno" a difesa della propria umanità, e sarebbe in entrambe i casi un individuo confuso e spaesato dinanzi alle infinite potenzialità di sviluppo personale... in questo caso potenzialità anche interrazziali e intergalattiche!

lunedì 18 febbraio 2013

Vestire la colonna d'aria

Respiro. Respiro profondamente e tutto il corpo si espande e un'onda lo attraversa mentre l'aria circola rotonda tutta intorno e dentro di me. Poi inizia la musica, un vento che increspa il vortice... E vibro.
Il contatto tra i corpi, caldo, vivo, il senso del tatto che dalla mano si espande a macchia d'olio e invade di informazioni e sensazioni l'intero cervello. Il bacino si scioglie e cade pesante e pulsante perpendicolare a terra, l'addome si tira desideroso di incontrare l'altro e portare la lava calda verso di lui. Il cuore si schiude. Fiorisce nel piacere del contatto fisico o della libertà dei corpi separati nell'aria che presto si rincontreranno.. E ancora, vibro. La colonna d'aria si assottiglia in vita e aiuta il cuore a cercare l'altro, e nell'espiro arroventa il pavimento pelvico... I violini tirano il suono, il cantante risucchia il diaframma, il bandoneon impulsa le viscere, il piano che incalza risveglia la nostra schiena... E la nostra onda respiratoria si veste, cambia abito con la musica, si espande in un luogo e assottiglia e fortifica in un altro, e avvolge l'altro e fruscia  intorno a noi, tra i capelli e nella gonna che volteggia attorno alle nostre forme accaldate... Le gote rosate cercano il viso dell'altro, e il profumo tiepido dei corpi inebria l'ipotalamo e tutta la pelle si ammorbidisce irrorata di sangue. I contatti che si perdono e si ritrovano sono come carezze e mi strofino camminando decisa verso di te al suono del bandoneon... Respiro e cambio abito alla colonna d'aria ancora una volta, sospendo, anzi s o s p e n d o . . . E ritardo l'appoggio per poi recuperare e comunicare all'altro il piacere del sospirato ricongiungimento.
Respiro e ti stringo, forte e fragile a me, forte il desiderio e fragile che non si incrini o disperda la vibrazione di piacere, e sto stabile avvitata a terra e sciolta tra le tue braccia in quell'ultima nota.

domenica 10 febbraio 2013

Armatura e talento, due facce della stessa medaglia

Quando l'armatura lascia spazio all'avventura


La scelta della protezione che ci costruiamo, e che spesso si trasformano in limitazioni di espressione, è comunque emanazione della nostra essenza profonda, una difesa che è nata per sopperire alla naturale immaturità delle nostre risorse energetiche e psicofisiche in assenza di un armonico sostegno esterno quando eravamo piccoli.
Oppure possiamo vederla così: la più grande opportunità di accedere, attraverso l'esperienza dello spogliarsi, al nostro nucleo essenziale grazie ad una strada privilegiata fatta di prove dedicate. Bell'affare, direte voi, di "prove dedicate"ne faremmo volentieri a meno! Eppure è la mappa del sentiero che ci riporta a casa, è la password di accesso al database di tutte le risposte che da sempre avremmo voluto avere, senza di questo non saremmo forse profondamente più smarriti?
Certo, potreste obiettare questo: se fossimo già a casa non avremmo certo bisogno di mappe per tornarci! Se fossimo già a casa saremmo nell'immanenza della beatitudine, fuori da tempo e spazio, nell'immenso... e probabilmente è da li che arriviamo, e su altri piani siamo anche ed ancora li. Abbiamo scelto di uscire dall'immanenza e incarnarci nella trasformazione per onorare e comprendere il dono gratuito dell'amore universale che ci era stato fatto, per contribuire all'espansione e alla creazione del mondo, per conoscere e accogliere l'imperfezione, dettaglio imprescindibile della perfezione!.. Che coraggio!.. E quando abbiamo fatto richiesta di affrontare questa avventura, ci hanno dotato della mappa, dei contatti radio, dei piani di emergenza, degli aiuti, e delle istruzioni per l'uso. Dobbiamo solo trovare la calma di capire come funzionano le cose, imparare ad usare gli strumenti e chiarire le nostre necessità e i nostri desideri.. Altrimenti che avventura sarebbe!! Un Indiana Jones senza frusta e cappello, trappole e misteri, non è Indiana Jones!
Trovo incredibile la corrispondenza che sempre c'è tra buio e luce dentro di noi. Ci rinchiudiamo in una armatura, che dovremo poi imparare a smontare, e che è stata fatta da noi stessi a immagine e somiglianza del nostro miglior talento! Quelli che vediamo come limiti, tragici impedimenti quotidiani, sono il riflesso della spinta alla nostra migliore espressione, della nostra essenza profonda e dello scopo della nostra creazione. Che meravigliosa ironia! Certo che il Capo, nella sua grande perfezione, è stato anche spiritoso!