Abbraccio, connessione, emozione
Durante la mia esperienza personale di formazione nel tango mi sono imbattuta in tre livelli di immersione personale, come se proseguendo nella mia esperienza sprofondassi interiormente in me e contemporaneamente dentro questa disciplina. Mi sembra, inoltre, che pur essendo in progressione di profondità, ciascuno è allo stesso tempo un piano di infinita ricerca.Il primo livello che ho incontrato è quello del contatto fisico e, già più complesso, il livello della comunicazione non verbale.
Ho iniziato con lo scoprire il piacere di una mano da stringere, a sperimentare come accomodarmi in un abbraccio, come avvolgere la scapola o la schiena dell'uomo, come usare il movimento del suo corpo. Ho scoperto lo sguardo da lontano, i segni di piacere o fastidio nei piccoli gesti dell'altro, ho cominciato ad ascoltare il respiro dell'uomo, i movimenti interni del petto, la tensione avvolgente nelle mani, il calore del corpo che di scalda piano piano, il brillio degli occhi o il rossore delle guance così come l'attitudine gelida o scrutante, lo sguardo impermeabile, le spalle tese e l'abbraccio imperativo.
A questo livello c'è anche lo studio del movimento personale, la consapevolezza di ogni parte del mio corpo, come sta, cosa fa e come si muove. Allo stesso tempo ho incontrato il movimento del corpo dell'altro, quale reazione provoca nel mio e in che modo mi trasmette il movimento. Lo studio a questo livello può essere suddiviso in coscienza infinita, cellulare, di ogni singolo pezzettino di carne proprio e del partner.
Quando si penetra tanto in profondità su questo livello si sfocia spontaneamente al successivo, quello della connessione intesa come flusso di intenzione e risposta, anche a distanza. Oserei definirlo un livello energetico. All'avanguardia del tango mi sono imbattuta in classi in cui questo piano, tanto sfuggente e profondo perché immateriale e oltre il contatto, diventa argomento concreto di studio attraverso proposte semplici e geniali, che permettono di sperimentare e integrare questo livello in un modo fattivo e tutto sommato semplice, data la complessità e la profondità della relazione! Se dovessi descrivere con un immagine la sensazione di questa connessione, la dipingerei come un fluido colorato che si muove tra i corpi a distanza, creando una nuvola morbida di flussi mentre l'asse di ognuno risplende limpido, sottile e dorato nel vortice.
Dentro a questa esperienza ho sentito dispiegarsi il flusso di intense emozioni e mi sono ritrovata a scivolare un piano più in giù, il terzo livello, in cui la connessione diventa emozione, apertura del cuore e accesso al magma della forza della sensualità. Il fluido che circola si trasforma in legame penetrante, non solo oltre la distanza, ma anche dentro il corpo dell'altro oltre la superficie. La vibrazione ronza nell'aria e penetra tutta intorno, i cuori si schiudono uno davanti all'altro come diamanti e ogni movimento è espressione di profonda emozione di amore per l'essere totale dell'altro, e il maschile e il femminile di cercano e si attraggono per completarsi, caldi e magnetici nelle corrispondenze dei bacini. La musica è come l'aria che trasporta questa intensità di legame emozionante e profondissimo, nella coppia e oltre la coppia in un piano universale, e sincronizza i ritmi e le pulsazioni, armonizza i colori, evidenzia gli impulsi e le tensioni di carica e scarica.
A questo piano l'emozione non è recitata, non si tratta di egoiche facce accigliate e tormentate, ma è pienamente spontanea e connaturata con il Sè, con la nostra Essenza autentica di persone, sinceramente vibranti e a nudo l'uno di fronte all'altro, nell'infinito. Provate per credere, il terzo piano è la rivelazione!
Con gioia
Martina
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